DELITTO MATEI, CASTALDO CONDANNATO A 30 ANNI IN APPELLO BIS

26 Novembre 2020

Cade l'attenuante riconosciuta inizialmente al femminicida di Olga Matei, Michele Castaldo, condannato nell'appello bis a 30 anni di carcere. Nessuna tempesta di sentimenti, dunque. Quello stato emotivo che gli avrebbe offuscato la mente quando nel 2015 ha assassinato, strangolandola, la compagna a Riccione. Nulla di tutto ciò. L'appello bis era stato disposto dopo l'annullamento da parte della Cassazione della chiacchierata sentenza che, riducendo la pena a 16 anni, parlava di “soverchiante tempesta emotiva”. Nelle motivazioni della sentenza, emessa dalla corte d'assise d'appello di Bologna, si evidenzia come il timore di abbandono che «avrebbe concorso a scatenare la “tempesta emotiva”», in realtà, secondo i giudici, confliggesse «con la sequenza di indicatori di segno opposto provenienti da Castaldo il quale, più volte, si era mostrato pronto a interrompere la relazione». Nessuna ansia abbandonica, dunque. Nessuna tempesta emotiva. Nelle motivazioni a si individua nel comportamento di Castaldo un «atteggiamento obliquo e manipolatore» manifestato in un «costante mutamento e aggiustamento della versione dei fatti». Neanche i trascorsi sentimentali dell'imputato confermerebbero lo stato mentale tratteggiato come “tempesta emotiva”. Le relazioni passate, non avrebbero, per la corte, «connotati di tale traumaticità da determinare», una «qualsivoglia problematica emotiva che ecceda le comuni reazioni ai “life events” che tutti nel corso della vita possono affrontare, sia per ciò che attiene agli insuccessi amorosi» sia per «le conflittualità con il contesto ambientale». Le circostanze che avrebbero scatenato l'impulso omicida, inoltre, «risultano prive di reale consistenza, così da risultare più un pretesto che una causa determinante dell'azione».
Servizio di Marcello Bartolini




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