Rimini Calcio: Tra presente e speranze future
11 Dicembre 2015
Con un saluto amaro era terminata l’avventura di Marco Cari sulla panchina del Rimini. C’è voluto un mese e mezzo per trovare un sostituto in grado di continuare il progetto lavorativo in una categoria differente. Questa volta si parlava di professionismo. La Lega Pro fa paura al Rimini perché tra Pane e Brevi questa squadra non ha trovato ancora la giusta quadratura ma soprattutto il fattore continuità. A sentire il presidente o ex, Fabrizio De Meis, la squadra ha un potenziale non da poco tanto da poter star benissimo nella colonna sinistra della graduatoria con sogni anche di playoff. Andando ad analizzare la rosa biancorossa, la squadra presenta diverse lacune. La difesa non è solida come si vorrebbe, i nomi ci sono ma a mio modo di vedere sul piano delle prestazioni, rispetto all’ultimo campionato hanno fatto un salto indietro sia Martinelli che Di Maio. Signorini, nonostante l’espulsione nel derby con il Santarcangelo, rappresenta una delle poche note positive assieme al portiere Anacoura, colpevole sì in alcune situazioni come a Pontedera, ma in serate del genere quando tutto va male gli errori dei singoli passano in secondo piano. A centrocampo De Martino paga la poca tranquillità legata a situazioni personali mentre Bariti, Pedrelli e lo stesso Torelli rappresentano nomi altisonanti ma che a fatti, in campo, non stanno rispettando le attese. Torelli in fase d’inserimento sarebbe un’arma da sfruttare ma è lontano parente del giocatore ammirato nella scorsa stagione, per gli altri due tanta corsa ma poca precisione. Galli era partito molto bene nel primo derby di coppa Italia con il Santarcangelo poi ha perso la retta via. Urge come non mai un centrocampista in grado di distribuire palloni e d’inventare la giocata vincente. In avanti, con Ragatzu e Ricchiuti l’attacco sembrerebbe perfetto, ma se i due giocano assieme, per inventiva e velocità occorrerebbe affiancarli una punta in grado di vedere la porta. Con due così è impensabile non tramutare assist al bacio in gol. Polidori ha giocato troppo poco per essere giudicato. Più volenteroso Luigi Della Rocca nell’ultima apparizione in campo, ma senza offesa, al Rimini manca un attaccante in grado di buttarla dentro. Il bottino delle reti è davvero misero, solo dieci i gol segnati dai biancorossi, per giunta 4 da Ragatzu e gli altri siglati da sei giocatori diversi. Situazioni societaria. Fabrizio De Meis è un uomo solo. La città a livello imprenditoriale non pare sentirci, allora caccia agli arabi. Il presidente vestitosi nell’occasione ha pensato bene, nell’intervallo della gara con il Teramo, di fare chiarezza sulla trattativa, a dire il vero gli uomini presenti in tribuna hanno più apprezzato l’interprete femminile che la trattativa. La curva continua a sostenere l’imprenditore che dopo la chiusura della sua amata discoteca ha continuato a cercare soluzioni per salvare il salvabile. In città i rumors aumentano, con le persone, ex addetti ai lavori ed altri imprenditori che reclamano soldi non percepiti. Nel mezzo un’offerta avanzata dalla Luukap con la figura del mental coach che servirebbe più ai cittadini romagnoli che alla squadra perchè in pratica tra sentenze giudiziarie, offerte, saluti finali non ci stiamo più capendo nulla neppure noi. Con questo clima è durissima andare avanti. Tra una verniciata negli spogliatoi e un bicchiere di caffè si finisce per parlare anche con le autorità comunali, a quel punto vedendo sul piatto della bilancia le promesse e i fatti; dal caffè è meglio passare al whisky per dimenticare. Allora non ci resta che sdrammatizzare ed immaginare una possibile tavolata tra l’arabo e il presidente in lingua arabo-romana con l’arabo che afferma: “ مد رجليك على قد الحافك" med rejleik 'ala qad el hafak" tradotto: “ Allunga il passo secondo la grandezza del tuo tappeto” e con De Meis che risponde: “Pe' cconosce 'na bona pezza ce vo' un bravo mercante” tradotto:” Per riconoscere una buona stoffa, ci vuole un bravo mercante”.
Daniele Manuelli
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